Lo scorso 25 marzo, Papa Francesco ha pubblicato l’esortazione apostolica post-sinodale “Christus vivit” (Cristo vive). “Tutto il documento è ispirato dalla fiducia che il Papa ripone nei giovani (n. 264) e dal ripetuto invito che rivolge loro a fissare la speranza in Cristo (cfr. nn. 1.33.109.141.173), affinché nessuno gliela rubi (cfr. nn.15.107.142)”.(Mons. Fabio Fabene).
Vorrei rileggere il documento offrendo come chiave di lettura il tema della “condivisione”, partendo proprio dalla citazione che il Papa fa’ di Sant’Ireneo di Lione: Gesù «giovane tra i giovani per essere l’esempio dei giovani e consacrarli al Signore», ovvero che Egli deve essere il modello d’ispirazione per la nostra vita.
1) CONDIVISIONE NELLA SOCIETÀ E NELLA COMUNITÀ: «UN’ISPIRAZIONE PER CHI SI PREPARA A COMPIERE LA SUA MISSIONE». (n. 30)
Nei primi numeri del documento il Papa rilegge la vita di Gesù all’interno della sua cittadina di Nazaret, dove egli è cresciuto, della sua parentela. La vita di Gesù viene descritta come ben integrata all’interno del contesto familiare e sociale. Alla luce di questo, possiamo rileggere anche la nostra vita, non soltanto personale, ma anche nel mondo in cui viviamo. «Il rapporto di Gesù con la gente era quello di un giovane che condivideva tutta la vita di una famiglia ben integrata nel villaggio. Aveva imparato il lavoro del padre e poi lo ha sostituito come falegname. Per questo, nel Vangelo in una occasione viene chiamato «il figlio del falegname» (Mt 13,55) e un’altra volta semplicemente «il falegname» (Mc 6,3)» (n. 28). «Al momento di ritornare dal pellegrinaggio a Gerusalemme, i genitori erano tranquilli pensando che quel ragazzo di dodici anni (cfr Lc 2,42) camminasse liberamente tra la gente, benché non lo vedessero per un giorno intero: “credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio” (Lc2,44).
Di certo – pensavano – Gesù stava lì, andava e veniva in mezzo agli altri, scherzava con quelli della sua età, ascoltava i racconti degli adulti e condivideva le gioie e le tristezze della carovana. Il termine greco usato da Luca per la carovana dei pellegrini – synodía – indica precisamente questa “comunità in cammino” di cui la Santa Famiglia è parte. Grazie alla fiducia dei suoi genitori, Gesù si muove con libertà e impara a camminare con tutti gli altri. (n. 29).
2) CONDIVISIONE CON CRISTO, IL TUO VERO AMICO, NELLA PREGHIERA:
«L’amicizia - scrive Papa Francesco ai numeri 151 e 152 - è un regalo della vita e un dono di Dio. Attraverso gli amici, il Signore ci purifica e ci fa maturare. Allo stesso tempo, gli amici fedeli, che sono al nostro fianco nei momenti difficili, sono un riflesso dell’affetto del Signore, della sua consolazione e della sua presenza amorevole. Avere amici ci insegna ad aprirci, a capire, a prenderci cura degli altri, a uscire dalla nostra comodità e dall’isolamento, a condividere la vita. Ecco perché “per un amico fedele non c’è prezzo” (Sir 6,15).
L’amicizia non è una relazione fugace e passeggera, ma stabile, salda, fedele, che matura col passare del tempo. È un rapporto di affettoche ci fa sentire uniti, e nello stesso tempo è un amore generoso che ci porta a cercare il bene dell’amico. Anche se gli amici possono essere molto diversi tra loro, ci sono sempre alcune cose in comune che li portano a sentirsi vicini, c’è un’intimità che si condivide con sincerità e fiducia».
«L’amicizia con Gesù è indissolubile. Con l’amico parliamo, condividiamo le cose più segrete. Con Gesù pure conversiamo. La preghiera è una sfida e un’avventura. E che avventura! Ci permette di conoscerlo sempre meglio, di entrare nel suo profondo e di crescere in un’unione sempre più forte. La preghiera ci permette di raccontargli tutto ciò che ci accade e di stare fiduciosi tra le sue braccia, e nello stesso tempo ci regala momenti di preziosa intimità e affetto, nei quali Gesù riversa in noi la sua vita. Pregando “facciamo il suo gioco”, gli facciamo spazio “perché Egli possa agire e possa entrare e possa vincere» (nn. 154-155).
3) CONDIVIDERE PER USCIRE DA NOI STESSI E RICONOSCERE LA BELLEZZA NASCOSTA NEGLI ALTRI:
Alla luce del termine “estasi”, ovvero quando Dio ci tira fuori da noi stessi e ci eleva, il Papa c’invita a «vivere la fede insieme ed esprimere il nostro amore in una vita comunitaria, condividendo con altri giovani il nostro affetto, il nostro tempo, le nostre inquietudini» (n. 164), perché «c’è più gioia nel dare che nel ricevere» (At 20,35) e «Dio ama chi dona con gioia» (2 Cor9,7). Inoltre il Papa c’invita a condividere la vita, a festeggiare, cantare, ascoltare testimonianze concrete e sperimentare l’incontro comunitario con il Dio vivente (nn. 204.218).
4) CONDIVIDERE LA GIOIA DEL VANGELO, CONDIVIDERE GESÙ E ANDARE CONTROCORRENTE (n. 176-177):
Dice il Papa: «il valore della testimonianza non significa che la parola debba essere messa a tacere. Perché non parlare di Gesù, perché non raccontare agli altri che Lui ci dà la forza di vivere, che è bello conversare con Lui, che ci fa bene meditare le sue parole? Giovani, non lasciate che il mondo vi trascini a condividere solo le cose negative o superficiali. Siate capaci di andare controcorrente e sappiate condividere Gesù, comunicate la fede che Lui vi ha donato. Vi auguro di sentire nel cuore lo stesso impulso irresistibile che muoveva San Paolo quando affermava: “Guai a me se non annuncio il Vangelo!” (1 Cor 9,16)». Attraverso questa rilettura del documento, la
Pasqua 2019 possa essere l’occasione per “riprendere” il cammino nella direzione opposta e condividere l’esperienza dell’incontro con il Risorto (cfr n. 237).
Auguri. Don Salvatore NICOTRA
Ultimi post di don Sergio Grisolia (vedi tutti)
- Dal campanile al Campanello - 24 Aprile 2022
- BUONA PASQUA - 4 Aprile 2022
- ATTO DI CONSACRAZIONE AL CUORE IMMACOLATO DI MARIA - 25 Marzo 2022