«Àlzati, prendi il tuo lettuccio e cammina» (Gv 5,8)
Fratelli e sorelle carissime, come ogni anno desidero scrivervi i miei auguri pasquali, consapevole del fatto che è anche l'unico mezzo con cui quest'anno potrò rivolgermi a voi. Purtroppo, l'emergenza sanitaria, dovuta alla pandemia da coronavirus, non solo ci ha costretto a celebrare la Quaresima nel deserto delle nostre case, ma anche la Pasqua di Resurrezione... in effetti saremmo voluti uscire anche noi dalle nostre case, come Cristo è uscito dal sepolcro, per celebrare il ritorno alla vita!...
«Àlzati, prendi il tuo lettuccio e cammina»
L'evangelista Giovanni narra che Gesù sale a Gerusalemme in occasione di una delle feste principali degli Ebrei... non sappiamo se si trattasse però della festa dei tabernacoli, della Pasqua (che dava inizio alla settimana dei Pani azzimi) o della Pentecoste. In quella occasione, sotto i portici della vasca di Betsaida, Gesù si trovò davanti ad ogni genere di sofferenza. C’erano ciechi, zoppi, paralitici, molti dei quali soffrivano da anni o addirittura da tutta la vita, i quali facevano a gara tra loro per essere guariti.
Gesù si rivolge ad uno di loro, uno storpio, e gli dona la guarigione: «Àlzati, prendi il tuo lettuccio e cammina»...
Ecco! Voglio fare mie queste parole di Gesù allo storpio sofferente, per augurarvi la Santa Pasqua!
La resurrezione di Cristo non è solo un evento metastorico, che si colloca, per coloro che credono, al termine della nostra vita terrena; un evento che fonda la nostra fede, rende certa la nostra speranza e anima la nostra carità!
E' anche un evento che sostiene la nostra esistenza "terrena"... il "principio speranza" (pensiero di Ernst Bloch) che fa da motore al nostro procedere quotidiano, alla nostra lotta per uscire da una situazione di vita precaria ad una vita di vita sana e benestante, dalla primavera all'estate!
La resurrezione di Cristo, allora, ci invita ad alzarci e prendere il nostro lettuccio, ci invita a guardare in alto e a sudare per la costruzione della civiltà dell'amore!
L'emergenza sanitaria del coronavirus, ha messo in crisi le nostre certezze, ha abbattuto le nostre pretese scientiste, ci ha fatto scoprire che non esistono paesi poveri e paese ricchi, ci ha reso consapevoli che tutti siamo sofferenti, tutti mortali... In questa situazione Gesù e quanti si ritengono suoi discepoli, salendo a Gerusalemme per la celebrazione della festa, non restano indifferenti al dolore altrui, ma si accostano ad essi e ancora una volta dicono: «Àlzati, prendi il tuo lettuccio e cammina»...
Alzati, svegliati, risorgi... ritorna a vivere... In molti forse questo significa ritornare alle proprie abitudini, alla vita di prima... ma per molti, e questo è il mio augurio, questo deve significare innanzitutto prendere con fatica in mano la propria vita (il lettuccio) e andare (camminare) per le strade del mondo e seminare semi di speranza e gesti di amore.
Allora, come Pietro nel salire al Tempio, anche io vi faccio i miei auguri: «Nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, alzati e cammina!» (Atti 3,6).
Auguri di Santa Pasqua. Don Sergio e don Luca